lunedì 24 febbraio 2014
L'imperfezione della Perfezione
Che sia maledetta la perfezione!
Non è una bestemmia verso Dio, perchè Lui è una forma di Perfezione trascendentale, che nella nostra limitatezza umana non ci è data capire.
No, parlo dell'uomo che pur sapendosi limitato, ritiene alcuni aspetti del proprio carattere, del proprio Io, esenti da imperfezioni.
La pietra angolare di alcuni può essere la bellezza, per altri una alta morale, per altri ancora il senso della famiglia, oppure un appartenenza di gruppo, o meglio un credo religioso.
Nulla di sbagliato se una di queste cose, o più di una di queste cose, non diventa perno di perfezione. Se ciò avviene, capiterà un periodo della vita in cui quel senso di perfezione verrà messo a dura prova dalla realtà, e in quel caso l'uomo, entrarà in crisi.
Facciamo alcuni esempi:
Colui che vede nella bellezza la sua perfezione:
Invecchiando perderà parte di questo apparire, la conseguenza è che ricorrerà, probabilmente, a tutti gli espedienti possibili per mantenerla, rischiando di diventare man mano una figura grottesca di ciò che era prima.
Rischia di entrare in un circolo di disperazione, ma potrà uscirne vedendo che anche in quella ruga in più, nel capello bianco, nell'appassimento, c'è un splendida armonia, una grandiosa dignità.
Colui che vede nell'amicizia, nella famiglia, nell'amore romantico per il patner la propria perfezione:
non cadrà nel momento in cui un amico avrà voltato le spalle, un parente lo avrà deluso, un amore lo avrà lasciato, ma nel momento in cui queste cose le avrà fatte lui. Penserà di non essere un uomo degno di amore perchè è come se non sapese più amare, come se non fosse più se stesso, quando in realtà, magari, i rapporti di amicizia cambiano, i parenti possono essere a volte trascurati, e un amore può finire, senza che ciò comporti senzi di colpa opprimenti. Se si riconosce in se un qualcosa di sbagliato meglio prima perdonarsi, e poi magari chiedere scusa.
Colui con un perfezionismo morale o con un alto senso religioso:
cadrà nel momento in cui si troverà gioco-forza contro tale morale, o sarà tentato o colto a peccare. Se uno mette il perfezionismo nel suo senso di bontà non significa che "fare qualcosa ritenuta cattiva" lo sia per forza. Siamo umani, pecchiamo proprio perchè lo siamo, sbagliamo perchè se no non ci sarebbe crescita.
Colui che ha un inconscio che spinge dicendo "sii perfetto in ciò, sii degno di esistere!" farebbe bene a comprendere che tali parole sono il sibilo di un serpente pericoloso, con l'unico scopo di avvelenare l'uomo al primo passo falso che, volente o nolente, commetterà.
L'uomo con la sindrome della perfezione è il primo ad essere vulnerabile. Cade nel momento in cui la sua "perfezione" è messa in dubbio. Chi sa di avere dei limiti è più propenso a migliorarsi, in fondo la vera grandezza nasce proprio dall'imperfezione, da un cuore che cerca di crescere.
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